domenica 19 settembre 2010

Manuale del perfetto radical chic parte 1


di Ciccio Rooster

La giornata di Marco, giovane giornalista, fresco laureato in lettere moderne, sospesa tra Corso Mazzini e il West

Quando Marco, giovane giornalista, critico musicale, sceneggiatore e fotografo, neo laureato in lettere moderne alla Sapienza, esce di casa, ha già al collo una sciarpetta che richiama la wipala arcobaleno equadoriana tanto in voga tra i pacifisti italiani. I colori dell'arcobaleno simboleggiano la pace, la giustizia, la fratellanza tra i popoli. Marco ovviamente non indossa la semplice sciarpetta dei pacifisti.

Raramente è entrato in una Bottega del Mondo. Le poche volte che c'ha messo piede, è stato in occasione di qualche regalo natalizio per fare più radical e alternativo. Marco sa bene che un diario in carta di riso o un porta incenso fa sempre esotico, intellettuale ed etnico. Non è mai stato neanche alla marcia della pace. La sciarpetta in questione, gli è stata regalata da Giovanna, sua ex compagna di casa a Roma ed è firmata Benetton made in China. La indossa perché fa tendenza ma nello stesso tempo testimonia l'attaccamento ai valori universali che tanto si vanta di professare tenendo in mano l'ultimo saggio di Zygmunt Baumann.

E' già per strada, sono passate da poco le 10 del mattino e tra la sua abitazione di via Alimena e Corso Mazzini incontra un suo vecchio compagno di scuola, un tale Eugenio, giovane e affermato, nonchè rampante avvocato di provincia con alle spalle già due cause penali vinte e una marea di ricorsi nei Tar di mezza Italia. I due si abbracciano calorosamente. Eugenio racconta delle sue cause vincenti, delle gnocche che affollano gli studi di Cosenza e i corridoi del tribunale e dello stress dovuto al troppo lavoro. Marco, invece, con il buon Zygmunt Bauman sempre in mano parla del libro che uscirà a breve, dei progetti in cantiere e dell'ultimo monologo che presto sarà portato in scena al "Piccolo dell'Unical". Entrambi si guardano con aria superiore. Uno gira con un libro in mano, e che libro poi, l'altro, invece, ha in pugno una valigetta professionale Samsonite, che è tutto un programma.

Entrambi però la sera fanno molto tardi, frequentando i locali della movida cosentina e in fondo sono figli della stessa città e della stessa cultura, nonchè figli di due padri massoni e amici. Eugenio la sera frequenta con altri giovani e rampanti professionisti di provincia un noto locale posto tra il marciapiede e la strada nella post moderna Roges. Marco invece è un cliente fisso del Nero Macchiato. Tra case diroccate, viale Parco e corso Mazzini, sorseggia ogni sera Negroni e Spritz confrontandosi sulle gnocche incontrate durante l'Erasmus a Londra e del concetto che hanno del sesso gli abitanti delle isole Polinesiane.

I due vecchi amici si lasciano, si abbracciano e scambiandosi i numeri si accorgono di maneggiare lo stesso smartphone. Quasi si sentono in imbarazzo, ma alla fine Eugenio da vero viveur rompe il ghiaccio e grida:" puru tu, fà tutto u comunista!!!" e accompagna la frase con una risata fragorosa e una pacca sulla spalla. Si riabbracciano con effusioni esagerate e si ripromettono di andare a mangiare presto da Livio "i mitiche purpette i carne e mulingiana" con gli altri compagni di scuola. E allontandosi Eugenio continua a gridare: "Si sempre nu comunista della pagnotta" e ovviamente condisce tutta la sua frase, ripetuta almeno due volte con una grassa risata.

Sono già le 11, Marco ha un appuntamento. Girato l'angolo di via Arabia, si ritrova in una assolata corso Mazzini e il luogo dell'appuntamento è nella libreria che da qualche mese frequenta a cadenza quotidiana assieme ad altri radical chic locali. Qui si quisquilia di politica, Pasolini, della merda d'artista di Piero Manzoni, delle foto di Steve McCurry e ovviamente di figa. Alle 11, deve incontrare Teresa, sua amica attrice sperimentale, iscritta da dieci anni al Dams di Cosenza, vecchio ordinamento. Stanno scrivendo assieme un pezzo sul vino nella cultura calabrese tra l'800 e il 900. Ne potrebbe uscire fuori un reading con base jazz live del trio di amici con i quali spesso la sera davanti al Nero Macchiato si intrattiene parlando di Miles Davis, Seattle e Londra e Andy Warhol.

(CONTINUA)

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