venerdì 15 luglio 2011

Che fine ha fatto Amy Winehouse?

O de la morte concettuale nell'era di facebook

Riflettevo proprio in questi giorni sul concetto di morte inteso come elemento mediatico nella società dell’intrattenimento di massa. In relazione alla musica pop e a quello che è stato il fenomeno dell’estate 2008, cioè lo stile di vita dissoluto di una nuova star del soul come Amy Winehouse.

Su Amy molti luminari del pop hanno espresso il proprio punto di vista. Scomodando artisti del calibro di Nina Simone, Sarah Vaughan e Billie Holiday, icone a cui Amy senza falsi pudori aspira, e verso cui si era pericolosamente avvicinata e non solo per meriti artistici. Abbiamo imparato conoscendo questa brava cantante frasi come “Bevo una sambuca e divento bisex” oppure “non confondere mai una buona canzone con una bottiglia di vodka” ma quale è davvero l’Amy Winehouse-pensiero?

Quanto c’è di costruito e di fenomenologico nel suo personaggio? Quanto invece di reale?

E soprattutto, che fine ha fatto nell’estate 2011 la nostra brava Amy?

Voci di corridoio parlano di un nuovo album prodotto da Mark Ronson previsto per la primavera 2012. Sarà difficile ripetere il successo commerciale e di critica di un must come "Back To Black", ma probabilmente la Winehouse tenterà di battere altri percorsi sonori, affini al suo talento e alle sue immense doti canore.

Come diceva il poeta, questo non ci è dato sapere… ragion per cui, lo scopriremo solo vivendo.

Che fine ha fatto nell’estate 2011 la nostra brava Amy Winehouse?

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