venerdì 4 maggio 2012

Auto giù-dizio universale di un uomo perso (nel diluvio)


"Oggi parlo di meno. No, ricominciamo. Oggi parlo di me, no? Non sono un uomo nuovo - anche perchè come come farei ad essere 'n uomo e 'n uovo allo stesso tempo? Non sono un uomo nuovo, dicevo: sono anziano, sono vecchio, stempiato... Senza tempio, senza tempo: che ore sono? Voglio un orologio. Non d'argento, non di bronzo, proprio un oro-logio. Anzi se fosse possibile mi piacerebbe avere un orologico, così da fare, nel momento opportuno, la scelta giusta. Giù sta, si, sta giù la mia scelta, perché quella su è troppo alta, troppo ardua, difficile; e Ficile non la molla, anche perchè altrimenti salterebbe ancora più su, in cima, nel cielo. 

E io in cielo non ce l'ho, la scelta, essa mi è celata, ed è gelata, e io sono anche freddoloso, e frettoloso, troppo frettoloso, ci metto troppo tempo a salire, non ce la faccio. Non c'è la faccia, la mia, perchè non ce la metto, sfacciato come sono. Ma rinfacciatemelo pure. Anzi, pure no, pure significa elevate, e io... E levatevi! Non vi voglio qui intorno, lassù non ci torno, e datemi pure dello storno. 

Lasciatemi qui, in basso, che è un spasso: di passo me ne basta uno e passo la vita tranquilla. Spero solo di non incontrare quei molesti caccia-vita: non voglio diventare uno svitato, i bulloni mi infastidirebbero in continuazione, e qua sotto ne è pieno. Ma io non voglio faticare, non voglio camminare, non voglio nemmeno caminare, non mi piace essere in camino: troppo caldo, troppo fuoco, troppo fummo, poco siamo, e niente saremo. Quindi niente musica, niente note, niente notte. Niente notte? 

E io voglio dormire, voglio sdraiarmi sul letto, senza aver letto nulla. Non voglio cose da lèggere, voglio cose leggère, libero dai libri, come un colibrì. E le ali? Leali no, sono un disonesto: non posso volare, non posso raggiungere la vetta. Sto qui, senza invettare, senza invettire, senza invertire e senza invertirmi; senza pensare, senza conoscere e soprattutto senza sapere: mi interrogo e non ho studiato. Brutto voto, voto il brutto, che sta quaggiù. Il bello, invece, è su, su, su... E' sudato, dato su, e io non intendo dare niente a nessuno. Voglio solo ricevere, seduto, sedato, saudita se volete, ma non sudato. Ho scelto di non scegliere. Ho scelto di scadere, di cadere di cedere e di non incedere. Ho scelto il buio, l'oscuro, una scure sul pensiero, scartato da scurrili parole-scorie. Ho scelto di cacciare via Rita: lei è salita, non v'è Rita qui. Ho scelto di sciogliermi, non riesco a tenere duro, duro poco. Ho scelto male in un mare di mere illusioni.

Ho scelto di vivere, anzi di non vivere, sul pianeta nero: Morte."


Michele Capasso

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