lunedì 25 luglio 2011

Amy Winehouse Love Is Stronger Than Me

La triste parabola della Regina del Nu-Soul

- Si è sempre nudi verso il proprio destino

Ricordo con esattezza il giorno in cui scoprii Amy Winehouse. Era il novembre 2007 e mi trovavo in Irlanda, dentro un Virgin Store di Cork, stavo dando una scorsa ai cd "special price" tipica operazione da buon feticista musicale con pochi soldi e un po' di tempo libero a disposizione. Diedi una scorsa ad una pila di cd di genere Nu-Soul: quello fu il mio primo incontro con il nome di Amy Winehouse e con la copertina di Frank. Che però non acquistai sul momento.
Tornando a casa su North Main Street, il mio co inquilino stava ascoltando proprio Lei, ed in particolare il pezzo Rehab, - "mi fa impazzire questa ragazza!"- fu il suo commento enntusiastico, in risposta al mio sguardo interrogativo. Ascoltammo anche i brani Back to black e Valerie, e io quando sento un pezzo come Valerie, mi lascio andare all'emozione di un fraseggio, di un passettino di danza, perchè sono momenti di euforia e di vitalità!

Passò molto tempo prima che potessi scoprire la magia e la bellezza di Back to Black, e di comprenderne appieno il suo potenziale. Fu durante l'estate del 2008, esattamente tre anni fa. Canzoni come Love Is A Losing Game, Tears Dry On Their Own e Just Friends, con quei suoni e quella voce così vera così fragile, come il miglior cristallo: materiale da maneggiare con cura, che mi fecero apprezzare le sue grandi doti. E poi quel pianoforte sapientemente arrangiato da Mark Ronson, capace di erigere coi fiati e con il resto degli strumenti un Wall-of-Sound di spectoriana memoria. Musica! Amy Winehouse era la Mus(ic)a

- Si nasce nudi, ci si spoglia e ci si veste, tante volte, ma restiamo sempre nudi nella nostra fragilità, nella nostra interezza. Una voce nuda è una voce vera, ed Amy Winehouse cercava nel canto quella verità primitiva del nudo, senza vergogna, senza timore di poter bruciare come una favolosa candela romana, fino ad esaurire la propria luce nel giro di una breve stagione.

Quando a Norman Mailer chiesero di commentare il suicidio di Marilyn Monroe, lo scrittore statunitense fu illuminante: “Per sopravvivere avrebbe dovuto essere più cinica – disse - o almeno, essere più vicina alla realtà. Invece è stata un poeta di strada che cercava di recitare le sue poesie ad una folla che le aveva strappato i vestiti”

Amy Winehouse aveva 27 anni e ci ha lasciati in un pomeriggio di luglio senza nuove canzoni da ascoltare.

Nota del 7 agosto 2011

Stanno paragonando la voce, la vicenda umana ed artistica a personaggi del calibro di Jimi Hendrix, Brian Jones, Janis Joplin e Kurt Cobain, ma Amy Winehouse non è come loro, e la sua biografia potrebbe essere accostata a quella di un altro leggendario artista britannico: Nick Drake, è lui forse l'unico ad avere qualche similitudine con la triste ragazza di Camden

2 commenti:

  1. Anche io scopro la musica a Londra! Erano gli Arcade fire che recentemente hanno fatto un concerto a Milano. Eh Alex, la vita-morte degli artisti mi ha sempre colpito.Sembra quasi che faccia parte dell'opera.

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  2. il feticismo della morte o per dirla alla J.G. Ballard la morte concettuale penso sia un argomento molto affascinante, caro nico.
    che andrebbe meglio approfondito in altra sede.
    continua a seguirci!
    un saluto e a presto

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