venerdì 27 agosto 2010

I professionisti del Bencistò



E' Giovedì. A meno di casi eccezionali, l'avvocato divorzista più divorziato e amato di Cosenza, Chiarenza Sapìa, lascia lo studio di Piazza Zumbini alle 16,30 salutando la segretaria - la povera Mariafrancesca, fallita perché munita di una semplice laurea in Filosofia Unical - con un "Ciao bella, se chiamano dì che sono in Questura per un'emergenza". Si avvia senza indugi verso Corso Umberto dove al numero civico x abita e lavora, rigorosamente "a nero", l'estetista e nail-artist Franca.

Qui Chiarenza passa un'ora e tre quarti a farsi installare sulle unghie strani oggetti o esserini scolpiti in gel acrilici; infine, nell'ultimo quarto d'ora, decide tutte le volte per un semplice french manicure che la povera Franca le applica mordendosi le labbra per non mostrarle i denti: 60 euro, ma in contanti perché con quelli della mastercard c'ha litigato il mese precedente per una questione di tasse.

Intorno alle 18,15 è sotto la doccia, poi sosta circa 75 minuti davanti all'armadio per scegliere cosa indossare: il top che le valorizza meglio il decolleté, 3 giovedì su 4 al mese la nostra "pricipessa del foro" sceglie la gonna più facilmente sollevabile - non si sa mai la fortuna - e che non sia stata indossata nello stesso luogo o con la stessa compagnia almeno negli ultimi 4 giovedì; poi c'è mamma - che è andata a prendere il piccolo Francesco a scuola e glielo tiene per la serata - che le fa la messa in piega, perché prima di potersi permettere Jean Louis David al Metropolis ogni settimana si è ripromessa di raddoppiare il suo portafoglio clienti; alle 21,00 è davanti al Melìmelò per il consueto aperitivo con le amiche.

Quale appetito debba aprire non si è mai capito, perché per le nostre non esiste cena dopo l'aperitivo; questo non si conclude mai prima delle 23,45. Dopodiché, Chiarenza e Paoletta vanno dritte al BenCiStò. E le altre due? Luigina di Giovedì ha appuntamento fisso con l'amante storico, quello che non scaricherà mai la moglie per l'amante - e a Luigina, chiaramente, va più che bene così - quindi si dilegua in fretta; Nunzia sa che il locale in questione di Giovedì è zona riservata al marito, il Sig. Caggio, il ché dopo i primi mesi di vita coniugale si è tradotto in "Vacci tu, io guardo la tv".

Il Giovedì del BenCiStò è l'appuntamento fisso dei professionisti cosentini tra i 30 e i 50, questi ultimi rigorosamente tinti di pelo o calvi e rasati alla Cannavaro maniera e dallo stile rivisitato in senso più "giovanile" dopo il primo divorzio. Per esempio, dopo circa un quarto d'ora che le ragazze sono dentro, a Chiarenza, abbandonata da Paoletta che si è già messa in fila per il bagno, si avvicina un tipo in divisa: polo a righe orizzontali bianche e verdi col colletto sollevato e rigorosamente infilata nei jeans; allacciato alla vita giubotto Belstaff, colore incerto; a chiudere il tutto ovviamente scarpe Hogan. L'uomo in questione appare come un 45enne con evidenti problemi digestivi: il Mojito che sta bevendo non basta a camuffare l'odore di carogna che emana dalla sua bocca quando si presenta al nostro avvocato: "Ciao, mi chiamo Marco, ti posso conoscere?".

Tra un fazzoletto impregnato di profumo e un tentativo di rifiatare fingendo di cercare qualcuno all'esterno, naturalmente tampinata dal soggetto in questione, la povera Chiarenza apprende - non senza difficoltà dato il volume della musica che non aiuta certo la socializzazione verbale - che Marco esercita da commercialista presso uno studio importante di Cosenza e che ha: una casa in Sila che usa solo quella settimana in inverno quando va a sciare, un Suv che succhia più di una puttana e del tutto inutile in città, che per di più è impossibile da parcheggiare, una ex moglie che utilizza il suddetto mezzo per andare a prendere i figli a scuola e una collezione di multe per divieto di sosta sulla zona riservata allo scuolabus e regolarmente segnalata dalla classica striscia gialla, "quindi vo' dì ca chira fimmina è popu fissa, unn'è ca mi vo' piglià pi fissa ammìa!".

La comparsa all'orizzonte di Paoletta segna la fine dell'affascinante conversazione: "Scusami, oi Mà, ma c'è l'amica mia che si è lasciata col tipo e mo' è depressa: la devo consolare!" Mentre le due si avviano all'altra sala, Paoletta racconta di aver appena incontrato un uomo con il quale aveva avuto un incontro intimo poco prima di sposarsi: costui aveva allora una deviazione del pene che Paoletta aveva giudicato antiestetica ("li pinnija a na menzina, ohi Chiarèèèè"). Le due stanno giusto interrogandosi sulla possibilità che costui abbia accettato o meno il suggerimento della stessa Paoletta di farsi vedere da un andrologo che collabora con lo studio di un noto chirurgo estetico in città, quando si accorgono che la moglie dell'amante storico di Luigina assieme alle sue amiche dalle natiche cellulitiche sta lasciando il locale; parte l'sms: "Luigì, sculate stu drink e fuia ca chiru cutrummulu si sta ricogliennu".

Alcuni minuti dopo, avendo notato che le fanciulle sole non hanno poi l'aria così abbattuta, i due pretendenti - Marco il commercialista dall'alito mefitico e Peppino l'imprenditore col pisello a Nord-Ovest - tornano alla carica. Dacché le nostre sono entrate nel locale sono trascorsi esattamente 87 minuti, due prosecchi, un mojito e un angelo azzurro; appena Marco apre bocca per presentarsi a Paoletta, la zaffata mefitica investe Peppino che, mostrando un savoir faire degno di un diplomatico nordeuropeo, esclama: "Oi cò, ma t'ha collatu quatrarielli muuuorti?". La rissa che ne segue è cronaca che potete leggere a pagina 6 su La Provincia Cosentina. La serata è stata però produttiva: l'avvocato Chiarenza Sapìa ha assunto la difesa del povero Marco "alitomefitico" Giordano aumentando di una tacca il suo portafoglio clienti e avvicinandosi di un passo in più alla messa in piega settimanale da Jean Louis David al Metropolis.

Nessun commento:

Posta un commento