"Vorrei essere libero, libero come un uomo. Come
l'uomo che respira con i polmoni pieni la libertà, che ha di fronte agli occhi
ancora la dignità." (Francesco Guccini)
Amici miei, ascoltate: non è facile essere un cavaliere errante nel 2025.
Quando sei abituato a cavalcare destrieri sudati, declamare poesie alla luna e
infilzare mulini con la grazia di un elefante in una cristalleria, ti trovi in
seria difficoltà a fare i conti con il mondo moderno. Eppure, io ci ho provato.
Ci provo ancora, anche se oggi i mulini a vento hanno le pale fotovoltaiche e i
giganti non portano più corazze, ma giacche slim-fit e parlano in conferenze
TED. Non sono più i giorni in cui gli eroi si confrontano con il sudore e la
polvere delle strade. Oggi l'eroismo è fatto di numeri e algoritmi, di
Instagram e TikTok, e a volte mi sembra di combattere più contro il conformismo
che contro i nemici veri. Come dicevo, il mio fedele Sancho Panza non era più
al passo con i tempi. Diciamo che non riusciva a navigare tra i meme e le GIF,
e per forza di cose l’ho dovuto sostituire con ChatGPT, che io chiamo “Chatty”.
Ma non immaginavo che la mia decisione avrebbe attirato altre figure illustri
del panorama mitico e letterario. Sì, sto parlando di Ulisse e del Capitano
Nemo. Vi spiego. La storia è iniziata quando ho deciso di rilanciare il mio
progetto “Cavalieri 4.0: Etica, Giustizia e Algoritmi,” che mira a portare un
po’ di cavalleria in questo mondo sempre più digitale. Chatty mi ha suggerito
di cercare alleati, e io, che in vita mia ho sempre avuto un talento naturale
per cacciarmi nei guai, ho accettato. Ed è così che un giorno, mentre ero
intento a caricare un video motivazionale su TikTok (dove, modestamente, sto
riscuotendo un certo successo con l’hashtag #DonChisciotteInfluencer), ricevo
una chiamata su Zoom. Sullo schermo, con mia somma sorpresa, appare Ulisse in
persona, accompagnato dal Capitano Nemo. Ora, immaginatevi la scena: Ulisse,
con il suo classico profilo greco e l’aria di chi ha passato troppo tempo in
mare, mi guarda con sguardo severo. Accanto a lui, il Capitano Nemo, con la
barba impeccabilmente lucida e uno sguardo che urla “Io sono più intelligente
di voi tutti messi insieme,” sembra profondamente infastidito dalla connessione
internet instabile. “Don Chisciotte,” inizia Ulisse, “ho sentito parlare del
tuo progetto. Ebbene, io sono il maestro dell’erranza. Ho navigato tra Scilla e
Cariddi, sono sfuggito al canto delle Sirene e ho visto cose che voi umani non
potete neanche immaginare.” “Tranquillo, Ulisse,” rispondo io, cercando di
mantenere la calma, “anche io ho combattuto contro giganti. Ok, erano mulini,
ma il concetto è lo stesso.” “Pfft, dilettante,” borbotta Nemo, regolando i
suoi occhialini d’oro. “Io ho esplorato le profondità degli abissi, comandato
il Nautilus e scritto trattati sull’energia sostenibile prima ancora che fosse
di moda.” Prima che potessi rispondere, Chatty interviene: “Signori, vi invito
a mantenere la calma. Lavorare insieme potrebbe essere estremamente produttivo.
Don Chisciotte porta il cuore, Ulisse l’ingegno e Nemo… beh, Nemo ha un ego
abbastanza grande da riempire un continente.”
“D’accordo,” dice il navigatore greco, “proviamo a collaborare. Ma voglio essere chiaro: se vedo anche solo un mulino, io me ne vado.” Ed è così che è nata la nostra strampalata alleanza. Abbiamo deciso di unire le forze per combattere le nuove sfide del mondo moderno. Chatty ha proposto di sviluppare un’intelligenza artificiale avanzata chiamata “Dulcinea,” progettata per risolvere i problemi globali. Nemo si è occupato della progettazione tecnica, Ulisse ha curato la strategia e io… beh, io ho fornito il nome. Le cose, però, non sono andate come previsto. Per prima cosa, abbiamo scoperto che Ulisse ha una terribile dipendenza dal caffè macchiato. Non riusciva a lavorare senza un doppio espresso e, durante le nostre riunioni, passava metà del tempo a lamentarsi della mancanza di un bar decente nelle vicinanze. Nemo, dal canto suo, era ossessionato dall’idea di costruire una versione sottomarina di TikTok, che ha chiamato “SubTok.” Questo, ovviamente, è stato un piccolo disastro. Ma in qualche modo siamo riusciti a tenere insieme i fili del progetto, tra un espresso e un post su TikTok. Io cercavo disperatamente di mantenere un minimo di disciplina, ma ogni volta che provavo a parlare di giustizia sociale, Nemo mi interrompeva con una lezione sull’idrodinamica e Ulisse iniziava a raccontare per la millesima volta di come ha sconfitto Polifemo.
“Ecco, allora presi un palo,” diceva Ulisse con occhi
sognanti, “lo appuntii e poi…”
“Non ci interessa, Ulisse!” esplodeva Nemo, “Stiamo cercando di salvare il mondo, non di riscrivere l’Odissea!” Alla fine, però, qualcosa di buono è venuto fuori. Abbiamo lanciato Dulcinea, un’IA che si è subito rivelata incredibilmente efficace nel risolvere i conflitti. È stata addirittura invitata a parlare al Forum Economico Mondiale, dove ha conquistato tutti con un discorso sulla necessità di una leadership etica. Quella è stata una grande vittoria. Ma la vera sorpresa è stata quando Dulcinea ha iniziato a scrivere poesie per conto mio. “Don Chisciotte,” mi ha detto un giorno, “il tuo cuore è puro, ma la tua metrica lascia a desiderare. Lascia fare a me.” Ora sono considerato il poeta più prolifico di TikTok. Nemmeno la tradizione letteraria ci aveva pensato a una cosa del genere! Dulcinea è diventata la poetessa digitale del millennio, mentre io, senza nemmeno accorgermene, ero diventato un influente "content creator". Nemo è finalmente riuscito a lanciare SubTok, una piattaforma che nessuno ha mai davvero capito come funzioni, ma che gli ha dato molta soddisfazione. Ulisse… beh, Ulisse si è ritirato in una caffetteria di Parigi, dove passa le giornate a scrivere memorie e a discutere di filosofia con studenti universitari, mentre sorseggia il suo eterno caffè macchiato. Ah, Ulisse, sempre così classico. E io? Io continuo a sognare, a errabondare, a combattere contro i mulini della modernità. Non è facile essere un cavaliere nel XXI secolo, ma la mia missione non è cambiata. Come diceva Bob Dylan:"I’ll let you be in my dream if I can be in yours." E così, amici miei, vi lascio con questo pensiero: la vera cavalleria non è mai morta. Ha solo cambiato forma. La tecnologia è la nostra nuova armatura, gli algoritmi sono i nostri nuovi cavalli e le battaglie sono diventate più complicate e sfuggenti. Ma l’essenza di essere un cavaliere, di combattere per un ideale, rimane intatta. Non è più una questione di spade, ma di pixel. Non è più una questione di castelli, ma di Wi-Fi. E io, come sempre, sono pronto a lottare, contro i mulini, contro l’ignoto, contro la realtà che cambia, con il cuore che batte forte come il primo giorno.
La vera cavalleria non è morta,
amici miei. Ha solo cambiato canale.
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