lunedì 23 novembre 2020

La Massoneria Dylaniana


La Massoneria Dylaniana: ovvero come diventare gran maestri della loggia del folk e vivere felici

"Signori, disse lui, non ho bisogno della vostra organizzazione, ho lustrato le vostre scarpe, ho smosso le vostre montagne e segnato le vostre carte, ma il paradiso è in fiamme, o vi preparate ad essere eliminati, oppure i vostri cuori devono avere il coraggio per il cambio della guardia." (B.D.)

Carissimi iniziati in erba, e quella non manca mai, vi racconterò come divenni gran maestro della massoneria egizia del folk rock. Era l’estate del 1975 o forse del 1995, o forse era l’estate scorsa, non stiamo tanto a sottilizzare, suvvia, ma così partì il mio viaggio iniziatico sulle note zimmermaniane. Una cosa fondamentale per chi si avvicina a una loggia è sapere chi era Robert Loggia, ora appena avete trovato su internet (che si sa essere controllato da rettiliani, che comunque non disdegnano Highway 61 Revisited) e avrete fatto “ahhhh guarda chi è”, passeremo avanti, fatto? Fatto. Ora smettiamo di annusare la colla vinilica e accendiamo gli incensi, questo luogo va sacralizzato, e il luogo sarà il sotterraneo di un teatro, un teatro dove si suona folk rock, e precisamente dove si sente di merda il folk rock, con l’impianto che gracchia e i microfoni mezzi scassati.

Per entrare in una loggia è fondamentale una raccomandazione, quindi alzate quel culone grasso dalla sedia e andate a chiederla. Bene, l’avete ottenuta ora siete vice usciere aggiunto del Comune di Bizzighettone di Sopra. Ecco non avete capito nulla come al solito, quindi licenziatevi e riproviamo, ok ora siete finalmente a contatto con un gran maestro, lo avrete riconosciuto tra tanti al mercato rionale, era quello vestito un po’ gagà e un po’ frescone, ma con la grana e soprattutto con un certo situazionismo avrete visto la sua capacità trasformatoria nei vari look e situazioni in essere degne di un novello Brachet… no per carità manca solo lui, un novello Leopoldo Fregoli casomai, ecco se non sapete chi è ritornate dagli amici rettiliani di sopra. Ora che avete stabilito una connessione con il gran Maestro e tempo di invitarlo a mostrargli la vostra collezione di vinili di Bob Dylan, ora lui fraintenderà l’invito, quindi alzategli i pantaloni, guardando da un’altra parte e andiamo avanti. Ecco ora siete iniziati, inizia il vostro cammino esoterico e carrieristico all’interno del sacro ordine, prendete le scarpe da trekking e il cappuccio e il grembiulino, imbracciate la chitarra a 12 corde e iniziate con un po’ di cover di Woody Guthrie, e trasferitevi in uno dei palazzi di Trump, e se quelle voci di una crisi di coppia con Melania son vere, corteggiatela spudoratamente. Nella vita non si sa mai! Se vi state domandando cosa c'entra tutto questo con Bob Dylan e con la massoneria, mi pare evidente che non sapete nulla né del primo né del secondo argomento. Tantomeno potete avere una visione a 360 gradi su quello che noi iniziati abbiamo definito come Situazionismo Dylaniano. Il situazionismo dylaniano è l'arte di anticipare mode e tendenze, non necessariamente musicali. Vi faccio un esempio. Prima ancora di quei fighetti di Liverpool, Dylan indossava magliette da marinaretto e cappelli da capitano coraggioso, pur non avendo mai solcato i mari. Era un marinaio di foresta, per citare il grande muratore Faber. Ah, ma questa è un'altra storia, non vi scaldate!

Il situazionismo dylaniano in musica è invece legato al fatto che uno per più di 18 mesi si autodefinisca un purista di un genere specifico come il folk, salvo poi tradire e passare al rock blues in stile Chicago, ma con una certa nonchalance, arrivando a farsi fotografare mentre imbraccia un Fender Jazz Bass. Il problema è che nel 1965, proprio come oggi, nessuno riesce a capire che Bob Dylan non è altro che un poser cazzaro di stampo Scanziano situazionista. No, no tranquilli, non si parla di politica, quella la lasciamo agli amici rettiliani di Internet. Qui noi Thecomplottisti e cospirazionisti siamo ancora rimasti all'omicidio di Kennedy, come afferma proprio il fratello muratore Bob Dylan. Dylan è un fratello progressista, di nobile impegno sociale, le cui opere artistiche hanno elevato la Loggia e di cui noi tutti abbiamo beneficiato. Però resta un fatto: alcuni testi pur avendoli redatti noi stessi, non li abbiamo capiti bene nemmeno noi. Tranne Subterranean Homesick Blues, quella l'abbiamo capita, ma non possiamo spiegarvela fino al 22 marzo 2065. Perciò cortesemente tutti i novelli A.J. Weberman, smettetela di rovistare nella nostra raccolta differenziata di spazzatura. Anche perché l'operatore ecologico ci ha già ammonito e la prossima volta non ritirerà più i nostri rifiuti qualora dovessero essere sparpagliati per strada, come è accaduto la scorsa settimana. Per questa volta abbiamo dato la colpa al cane, ma è imbarazzante, anche perché stiamo cercando di rovesciare l'esito delle elezioni presidenziali USA e la cosa è piuttosto delicata e impegnativa.

Confidiamo nel vostro buon senso!

In fede,

Libero muratore della Loggia di Robert Fittacamere 41 

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