
Capovilla ha spacciato per profondo tormento e riflessione filosofica, il suo dilemma narcisistico-morettiano: "Si nota più se arrivo in ritardo o se non arrivo affatto?"
Quando dice che i Social Network sono "tristi", ha ragione, ma quello che lui non afferra è che non esiste, là fuori, una vita reale migliore. I Social sono una conseguenza, non una causa. Il punto vero è che siamo tanto ininfluenti e frustrati nella vita reale quanto sui social network. Questo semplicemente perché, con la globalizzazione è morto il concetto di futuro, di cambiamento. Si vive in un eterno presente che nega ogni possibilità di realizzare i propri sogni. Un presente dove ci si può porre obiettivi minimi di sopravvivenza. Un presente senza politica, senza speranza, senza gioia.
Come direbbe Leonard Cohen, qui non c'è più spazio per la speranza!
Nessun commento:
Posta un commento