martedì 7 settembre 2010

Combatti la stitichezza con lo scialatiello alla boscaiola - di Mata Hari



Come un emoticon antipatico eccolo affacciarsi, quell’orrendo rotolino, e non c’è cinta dei Lju-Jo che tenga! Oggi a Cosenza o dintorni è stato inaugurato un nuovo ristorante dedicato ad un qualche particolare tipo di cucina: etiope, svedese o sumera, non importa, tanto a scadenza costante, le nostre amiche cambiano abitudini alimentari. Quando è stata la volta del messicano, ad esempio, Luigina si era messa in testa di farsi il cuoco, sul cui burrito nascosto sotto il grembiule impataccato le era giunta più di una voce. Aveva perciò trascinato la povera Nunzia in quel posto almeno due volte a settimana per 2 mesi, finché una sera non era riuscita a portarsi a casa il bel Miguel, mentre Nunzia ci portava un astuccio di malox plus e un tubetto di preparazione H.

Poi era stata la volta del greco, dove avevano preso l'abitudine di cenare tutte piuttosto spesso perché avevano sentito dire che consumare salsa tzatziki facesse bene alla pelle: la cosa era andata avanti finché una sera Chiarenza, che aveva avuto il bambino da poco, non aveva dichiarato che l'aromatica salsina aveva lo stesso odore del rigurgito con cui il piccolo Francesco le aveva macchiato il polsino della camicia e, non contenta, aveva anche offerto loro la manica perché verificassero.

L'apertura del ristorante giapponese, poi, era coincisa perfettamente con la necessità di Paoletta e Luigina di buttar giù qualche chiletto: erano state invitate ad un matrimonio, e per l'occasione avevano entrambe acquistato abitini così striminziti che se ne lamentavano perfino i manichini: pesce crudo e alghe, e vabbò, ma preparati con classe, questo sì, cazzo! Evitando accuratamente il wasabi dopo l'esperienza dal messicano di Nunzia, tutto era andato bene a parte un po' di stitichezza per Luigina (citu cì, amiche mi', mi devo fare un microclisma ca nun vaiu 'e cuorpu quasi a na simana e stasera mi devo vedere con uno per un drink e poi forse un anal colico).

Le due erano riuscite per tempo ad entrare negli abitini, per uscirne definitivamente dopo il banchetto di nozze: dall'antipasto "mari e monti" allo scialatiello alla boscaiola, dalla tagliata di manzo alla glassa di ginetti e ciambrielli sul finale, le due graziose fanciulle taglia 38 si erano difese meglio di una squadra dell'A.N.A.S. che pranza dopo aver spalato tutta la notte una nivera sulla 107-bis.

Nunzia aveva frequentato anche il vegetarianesimo, per un po', tant'è che Luigina aveva subito sospettato che avesse iniziato una tresca con Ercolino, il fruttivendolo ventunenne dalle chiappe sode "cumu milun'e pane quannu su di stagione".

(Continua)

Nessun commento:

Posta un commento